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giovedì 31 dicembre 2009

Sshhh...

Sono solo sensazioni.
A confermarne l'autenticità e quindi la loro fondatezza è un’altra sensazione ancora.
E' qualcosa di molto più concreto rispetto alle parole, i commenti,i ragionamenti, le discussioni che ci sommergono tramite i media, Internet, Facebook o riunioni varie.

La parola chiave è “resistenza”, la Nuova Resistenza.
Ci sentiamo partecipi tutti noi, quelli che riescono ancora a scorgere la gravità del momento, lo sfacelo totale in una spirale di folllia.
E’ la nostra ciambella di salvataggio in un oceano di merda.
Mi ci aggrappo anch’io.

Poi c’è quella sensazione.
Qualcosa sta prendendo una piega sbagliata. Forse non è mai stata giusta.
Quella sensazione ha cominciato a prendere corpo con la dubbia gestione del 5.dicembre, è cresciuta interrogandosi sugli sviluppi delle varie “onde” e “popoli”, con i fatti del 13.dicembre ed il loro contorno.
La nostra energia è sfociata in emozioni incredibili, forti ma confuse.
Anche i ragionamenti sono diventati fiumi di parole sterili fini a se stessi. Per restare a galla in questo mare di opinioni, di prese di posizione, di commenti ci vuole una forza erculea.
Avverto la competizione fra chi la spara più grossa, più interessante o più determinata. E tutti ad applaudire: “Bravo/a! Hai detto bene, benissimo!”. Tutti soddisfatti: l’Ego di chi l’ha scritto/detto e di chi approva - “abbiamo ragione!”.
Ci concentriamo sulle parole e non abbiamo più energia nè attenzione per aggiustare e controllare gli atteggiamenti. Mica quelli degi altri. I nostri.

In questa scena c’è un Grande Assente: la Consapevolezza.
Non c’è perchè ha bisogno di Silenzio, della Disciplina, dello sguardo rivolto dentro di noi, giorno dopo giorno.
Ma non abbiamo tempo. Dobbiamo discutere, esternare, dire la nostra su tutto.
Qualcuno ci campa. Qualcuno ci guadagna in visibiltà. Qualcuno nutre semplicemente la sua vanità.
Lo si fa anche in buona fede. Dopo tutto c’è un mostro là fuori da combattere. Le parole sono le nostre armi. O no?
Ma sono armi spuntate in partenza in quanto non nate dalla Consapevolezza, ma dalla confusa paura del futuro che sembra disegnato da altri.

Ogni cosa in eccesso inquina. Pure le parole.
A volte ci si può orientare nella nebbia rimanendo semplicemente in ascolto. Non di qualcun altro ma di noi stessi. Non del proprio chiacchericcio mentale, inquinante anch’esso, ma di quelle sensazioni che ti permettono di capire se la direzione è giusta.
Solo dall’Intento Disciplinato e Consapevole possono scaturire decisoni e azioni incisive. Solo così si potrà parlare di “movimenti dal basso senza leader” evitando di diventare un armata di piccoli mostriciattoli con gli stessi peccatucci dell'avversario, in balia di quelli che si contendono le redini.

Smettendo di agitarci forse troveremo la giusta energia per approdare a quella riva che osiamo sperare.

Ma anche queste sono soltanto parole.
Ssshhhhhh......

domenica 13 dicembre 2009

La parabola del giorno (di Santa Lucia)

Una voce flebile si inserì nel coro ubriaco d'entusiasmo per una guarigione che sapeva di miracoloso:
"Quando si ha un malessere ,quando si è sopraffatti dalla nausea fa bene vomitare, liberarsi da quello che abbiamo bevuto o mangiato e scegliere con cura prima di ingerire qualsiasi altra cosa.
Le pillole ,siano esse arancio, verdi o viola, fanno stare meglio, permettono di sentirsi forti. Ma possono causare illusioni di volo. Non dico di rimanere attaccati al letto, ma di assicurarsi che le ali non siano posticce e il volo non sia diretto verso il sogno di qualcun altro consumando forze ancora poco stabili.
Le infezioni portate appresso dai secoli non si sanano con una giornata all'aria aperta, tanto meno con le pillole viola.
I germi si combattono con la pulizia delle intenzioni, con la luce della consapevolezza. E se ci sono zone oscure, è li che continueranno a proliferare."

Aveva finito di parlare, ma pochi se ne erano accorti.
Non era né l'eletto, né l'unto, né un santo. Era uno qualsiasi.
"Chi ha orecchie per intendere intenda," aggiunse l'uomo cercando di darsi un tono perché gli occhi di tutti erano puntati sulle pillole di color viola, il rimedio che accendeva le speranze future.
Poi si allontanò.
Voleva guarire veramente.