Dopo una lunga battaglia interiore tra ignorare scetticamente le elezioni o compiere il mio dovere di cittadino, alla fine sono arrivata ad una conclusione: vado a votare.
Come già successo negli ultimi anni, voterò non PER qualcosa, ma CONTRO qualcosa.
Questa volta contesto la logica dei leader dei maggiori partiti italiani che ci invitano a non “sprecare” il voto scegliendo i partiti piccoli (come ho deciso di fare io), asserendo che così si contribuisce a migliorare la governabilità del paese togliendo ai “partitini” la possibilità di pestargli i piedi e il vincitore riuscirebbe ad attuare in pace il suo programma (sempre se si ricorda di tutto quello che ha promesso…)
Il “Corriere della Sera” scrive che così pensa il 60 % dei votanti.
I media di fatto sostengono lo stesso concetto dando più spazio al PD e PdL.
Diogene (con la lanterna) cercava l’uomo…
Io, con il lumicino del mio razioncinio, cerco la democrazia.
Scusate, ma è un’eredità della mia infanzia sovietica..
Allora c’è o non c’è questa democrazia??
Perché il mio voto dovrebbe essere “utile”?
Ma non doveva essere la rappresentatività l’unico criterio del voto?
Perché dovrei rinunciarci a favore della “governabilità”?
Non dovrebbe essere questo il compito dei politici, il loro banco di prova?
Se due più due fa ancora quattro, è una loro mancanza se non riescono a trovare le soluzioni e a lavorare INSIEME per il bene del paese.
Dovremmo coprire la loro incapacità?
E perché cercano di scaricare su di noi questa responsabilità?
Troppe domande…
In futuro forse qualche risposta.
Le luci nel cielo
2 ore fa
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