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domenica 29 marzo 2009

Un tranquillo week-end di resistenza

Alla Fiera di Roma il popolo della libertà si dava ai piaceri della autocelebrazione vaneggiando sulla oppressione culturale della sinistra, santificando Craxi e sbandierando la carta dei valori (svuotati). Tre giorni di gloria ed esaltazione da far impallidire per l'invidia tanti regnanti, passati e futuri.

Presa dall'atmosfera ho voluto anch'io dare il mio contributo.
Ma all'Italia in cui credo, che resiste e pretende verità e giustizia.
All'Italia che comunque c'è e vuole farsi sentire.

Non c'erano podii nè folla anche se i protagonisti lo avrebbero meritato.
C'era invece un gruppo di persone davanti alla Questura di Roma in un assolato sabato mattina per esprimere solidarietà a Gioacchino Genchi insieme a Salvatore Borsellino, Sonia Alfano e Benny Calasanzio.
La nostra stima e il nostro sostegno saranno il palco per lui e tutti quelli che nonostante le secchiate di fango che ricevono non smettono di lottare.

Il popolo della verità in un Paese al contrario.

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giovedì 19 marzo 2009

Il progresso che avanza

lunedì 16 marzo 2009

Lezioni dai lettoni


Ormai stiamo perdendo il conto di tutti disegni legge e decreti inaccettabili che il governo emette a velocità di fabbrica. Non si fa in tempo a mobilitarsi contro uno che già arriva notizia di un altro.
Il lodo Alfano, riforma Gelmini, ddl sul testamento biologico, scioperi virtuali, comma Maroni per le manifestazioni, ronde, l’accordo sul nucleare, legge D’Alia su Internet, legge Orsi sulla caccia, commissariamento dei siti archeologici di Roma e Ostia, decreto sull’edilizia. In mezzo gli attacchi a De Magistris, a Genchi , alla Costituzione. Tutto in un solo anno…
Si sente saldo sulla poltrona “il sultano eletto democraticamente”.
Forse si sente più forte anche il PD che pensa di rimediare ad anni di silenziosa e subdola complicità con qualche battuta riuscita detta con la voce più alta.
Si sentono irremovibili, perché sanno che la nostra consapevolezza di essere un popolo è ridotta in fin di vita…e se ne approfittano.
Ma questa coscienza è come brace sotto la cenere – sembra spenta ma le basta poco per riprendere vita.

Ne sanno qualcosa i politici lettoni, corrotti e incapaci.
Ne sa qualcosa Ivars Godmanis, ex-primo ministro della Lettonia.
Penso si sentissero al sicuro anche loro. Eletti democraticamente, erano incarnazione della volontà del popolo. Si erano appena accomodati sulle poltrone nel dicembre del 2007, quando le proteste del sindacato costrinsero il governo di Aigars Kalvītis ad abbandonare. Facevano affidamento sul fatto che il popolo non ci avrebbe riprovato a mandare a casa anche loro.Ai lettoni è bastato un anno per rendersi conto della inadeguatezza dei nuovi arrivati.
La volontà del popolo, sdegnata un’altra volta, ha cambiato gli equilibri facendosi sentire.
Le proteste di piazza dei lettoni sono ricominciate a metà gennaio, con lanci di uova, bottiglie e palle di neve contro il Parlamento. Sono stati ricambiati a suon di manganelli, ne hanno arrestati un centinaio, ma questo non ha fermato nessuno.
I lettoni hanno esatto che chi non è degno di governare se ne deve andare. Il governo si è dimesso il 20.febbraio 2009 trovandosi di fronte ad una situazione insostenibile.
Erano in piazza in 10 000 su una popolazione di 2,3 miljoni.
I lettoni sono un popolo piccolo e usciti dal regime sovietico solo 20 anni fa, ma all’occorrenza si sono comportati da cittadini, non da sudditi. Da cittadini vigili e decisi.
Forse hanno qualcosa da insegnarci .
Loro sanno di contare.

Queste due righe sono nate dalla necessità di ripondere ai numerosi dubbi, perplessità, alla rassegnazione e indifferenza che leggo sul web, sento in giro, vedo negli occhi delle persone quando è in discussione la grave situazione del nostro Paese; quando ogni giorno veniamo a sapere fatti nuovi che ci lasciano senza parole come il discreditamento di Gioacchino Genchi, tanto per ricordare l’ultimo.
Fino a quale punto si è affievolita la scintilla di dignità di chi si chiede se la richiesta di dimissioni di un governo che ha passato ogni limite è legittima o meno, fattibile o no?
Fino a che punto si è radicato in noi il cancro della sudditanza?
E’ ora di chiedercelo.
A maggior ragione quando il Paese in questione è la splendida Italia che dovrebbe essere il faro e non lo zimbello d’Europa.

Per aderire al gruppo facebook Mobilitazione Nazionale per chiedere le dimissioni di Berlusconi.

“Chiarezza e coerenza non bastano. Quando si vive con gli altri è indispensabile prendere parte alla vita sociale. Per essere disposti a partecipare è necessario liberarsi della sfiducia di sé e delle proprie azioni, acquisire la consapevolezza del fatto che il singolo conta.
Aiuta a questo scopo superare una contrapposizione fittizia: da una parte i cittadini che non possono nulla;dall’altra le istituzioni, che possono ma non vogliono;da un aparte gli individui che non contano nulla, dall’altra la società, come se si trattasse di entità di natura diversa, come se le persone e le istituzioni, le persone e la società non avessero nulla in comune. E’ vero il contrario.”

Gherardo Colombo “Sulle regole”

domenica 1 marzo 2009

Voci dal silenzio