Tornando dalla scuola dice mia figlia più piccola:"Lo sai che domani è la festa della Libertà?"
"...della Liberazione," correggo io.
"A noi a scuola hanno detto così e poi è la stessa cosa, no?
Già...
"Ci sarò,non lo lascio alla sinistra"
"La Resistenza è un valore fondante della nostra nazione."
"Sono convinto che i tempi siano maturi "perché la festa della liberazione possa diventare festa di libertà"
Queste sono invece le parole dette da Berlusconi.Per lui è una questione di proprietà, di possesso prima ancora che di rispetto e di gratitudine.
Ha parlato anche dell'unità, dei valori. Sono tutte parole con un senso, ma non abbastanza preciso. Quel senso lo stabiliamo sempre noi con le nostre azioni, con i nostri pensieri e sensazioni.
Ed io ho una sensazione che non mi piace.
La festa della Libertà festeggiata dal Popolo della Libertà che inneggia all'unità del Paese.
Sento odore di "perversione dei termini",come direbbe Moni Ovadia. Perchè il senso di quelle stesse parole viene ogni giorno stuprato dalle leggi fatte e dagli atteggiamenti adottati. Dei valori rimane il guscio vuoto e adoratori incapaci di viverli.
La macchina del regime, dopo aver addestrato l'opposizione compiacente, si appropria dell'unico termine "combattente" -la Resistenza.
E io no so se quello che provo sia disgusto oppure paura. Spero sia disgusto perchè la paura non ce la possiamo permettere.
CAMBIARE PELLE
12 ore fa